sabato 16 febbraio 2019

Il naufragio della Dordogna


Il naufragio della Dordogna è un racconto di Salgari pubblicato nel 1902 sotto lo pseudonimo di Guido Altieri, falso nome che Salgari ha usato per aggirare le clausole dell'editore Donath, che gli impedivano di scrivere per altri editori. E' un racconto breve ed è incentrato sul naufragio della Dordogna, un transatlantico della Compagnia di Bordeaux che dopo molti felici giorni di navigazione si era ritrovato ad affrontare una violentissima tempesta. Durante quella notte la Dordogna aveva urtato contro  delle scogliere che sorgevano in mezzo all'oceano e la sua carena era stata irreversibilmente danneggiata. Dopo essersi consultati, i marinai iniziarono a costruire una zattera, che però non riuscì ad ospitare tutti i passeggeri dopo l'inevitabile affondamento del transatlantico. Successivamente riuscirono a mandare dei messaggi di soccorso grazie ad un telegrafo senza fili, che era stato imbarcato prima della partenza. Nelle ore successive i naufraghi ricevettero più volte delle risposte in cui si diceva che delle navi sarebbero partite per soccorrerli. Le promesse furono mantenute e una nave, con grande gioia per i naufraghi, raggiunse la zattera e imbarcò tutte le persone. Il racconto si conclude con un omaggio all'inventore del telegrafo senza fili, l'italiano Marconi.

domenica 3 febbraio 2019

I drammi della schiavitù

Fonte www.emiliosalgari.it
I drammi della schiavitù è un libro di Salgari pubblicato da Voghera nel 1896. Il libro è ambientato nella seconda metà dell'800, sulle coste dell'Africa, luoghi dove ancora si praticava la tratta degli schiavi, nonostante fosse proibito da molte nazioni europee, che provvedevano a sorvegliare le coste con navi da guerra che avevano il compito di sterminare i negrieri. Tuttavia c'erano ancora persone che, spinte dai grandi guadagni, tentavano questo disonesto commercio. Fra queste persone c'è il capitano della "Guadiana", Alvaez e il suo equipaggio. Questi personaggi si recano come da abitudine sulle coste africane, dove un re locale gli fornisce gli schiavi in cambio di mercanzie varie. Fra gli schiavi spiccano Niombo e Seghira, il primo un capo tribù erculeo e la seconda una giovane e bella meticcia i cui parenti sono morti e la cui tribù è stata annientata. La donna colpisce fin da subito il capitano Alvaez, che gli offre la libertà, ma lei rifiuta, perchè non sa dove andare e sarebbe stata rifatta schiava. I cinquecento schiavi acquistati vengono caricati sulla "Guadiana", ma sono trattati meglio rispetto che sulla altre navi. Infatti via via che il romanzo prosegue il capitano e i suoi due fidi, Horvado e Vasco, diventano sempre più umani e alla fine arriveranno a rinnegare la tratta e a pentirsi, liberando Niombo e promettendo di liberare tutti gli schiavi sulla nave. Dopo la Guadiana affronta vittoriosamente due navi da guerra che combattevano i negrieri, ma durante il combattimento Alvaez viene ferito gravemente e a tradimento. Durante la guarigione nasce l'amore fra Seghira, la schiava liberata, e Alvaez, ma nasce il sospetto che il secondo di bordo, Kardec, voglia uccidere il capitano e che sia stato lui a ferirlo a tradimento. Successivamente scoppia una tempesta e durante questa la "Guadiana" e un'altra nave carica di emigranti collidono, rovinando irreparabilmente entrambe. La "Guadiana" sta affondando, ma i marinai hanno il tempo di costruire una zattera, dove salgono quasi tutti i marinai, Niombo, Seghira, Vasco e Hurtado. All'appello mancano tutti i cinquecento schiavi e anche il capitano, che è stato pugnalato nella sua cabina. Vasco e Hurtado scoprono che è stato Kardec, ma non riescono a condannarlo perchè difeso dagli altri marinai. Nei giorni seguenti Kardec rivela il suo segreto amore per Seghira, e che per questo ha ucciso il capitano Alvaez. Seghira è inorridita ma accetta di amare Kardec, ma in realtà trama un piano per ucciderlo. Una volta raggiunte nuovamente le coste africane con la zattera Niombo fugge con l'aiuto di Seghira e rintraccia la sua tribù, che cattura i marinai. Kardec viene ucciso dopo aver scoperto il piano di Seghira e di Niombo e i marinai vengono fatti schiavi e venduti a una tribù, a eccezione di Vasco e Hurtado, che vengono lasciati liberi , perchè avevano protetto Seghira. Questi due decidono di rimanere con la tribù di Niombo, Seghira amerà quest'ultimo, ma ricorderà sempre Alvaez.
I drammi della schiavitù è un romanzo ricco di suspence, ci si immedesima fin da subito nei personaggi, anche in quelli che sono più ambigui come Kardec (estremamente buono con Seghira e crudele con gli schiavi), e che mostrano il lato "buono" e quello "cattivo". E' anche un romanzo ricco di sorprese, ad ogni capitolo al lettore vengono stravolte le idee che si era fatto e non sa mai come andrà a finire. Dietro però questa intrigante ed entusiasmante storia si cela il parere di Salgari, che si esprime contro lo schiavismo, lo si nota dai dialoghi fra i personaggi e da certe loro azioni e dal finale, che stravolge i ruoli: i crudeli schiavisti vengono puniti facendo provare loro gli orrori della schiavitù.
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